Un futuro senza PFAS nel packaging

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La crescente consapevolezza dell’impatto ambientale delle PFAS (sostanze per- e polifluoro alchiliche) sta spingendo l'industria del packaging verso soluzioni più sicure e sostenibili.

Queste sostanze chimiche, utilizzate in molti prodotti per le loro proprietà impermeabilizzanti e resistenti al calore, sono da anni nel mirino delle istituzioni per la loro pericolosità. La loro diffusione nell'ambiente e la loro persistenza nel tempo, infatti, comportano gravi rischi sia per la salute umana sia per gli ecosistemi.

L’Unione Europea, già impegnata da oltre due decenni nel contrastare l’utilizzo delle PFAS, ha recentemente intensificato gli sforzi per regolamentarne l’uso, con un focus particolare anche sul settore del packaging. Come indicato nella strategia europea in materia di sostanze chimiche sostenibili, l’obiettivo è eliminare gradualmente l’uso delle PFAS, salvo in quei casi considerati essenziali e per i quali non esistono alternative adeguate. Questa strategia è un passo significativo verso un futuro dove i materiali utilizzati nel packaging saranno più sicuri per il consumatore e l’ambiente.

Il packaging alimentare sotto la lente

Uno dei settori più colpiti dalle nuove normative riguarda proprio il packaging destinato al contatto con gli alimenti. Ad esempio, le scatole per pizza, tradizionalmente rivestite con PFAS per evitare che l’unto e i liquidi degli alimenti si infiltrino nel cartone, sono tra i prodotti che presto dovranno essere rivisitati. La Commissione europea, il 19 settembre scorso, ha adottato una nuova normativa, nell’ambito del regolamento REACH, che vieta l’uso dell’acido undecafluoroesanoico (PFHxA) e delle sostanze correlate in materiali come carta e cartone per imballaggi alimentari. Questo specifico sottogruppo di PFAS è particolarmente problematico per la sua elevata mobilità nell’acqua e la sua persistenza nell'ambiente.

L’eliminazione delle PFAS nel packaging rappresenta una sfida per le aziende, poiché queste sostanze hanno storicamente giocato un ruolo cruciale nel migliorare le prestazioni dei materiali. Tuttavia, la ricerca di alternative è già iniziata e alcuni produttori stanno sperimentando soluzioni a base di cera, bioplastiche o rivestimenti minerali che possano offrire caratteristiche simili senza compromettere la sicurezza ambientale.

La nuova normativa non si limita solo agli imballaggi alimentari. Il divieto di utilizzo del PFHxA si estende anche a tessuti impermeabili, prodotti cosmetici, spray impermeabilizzanti e alcune applicazioni di schiuma antincendio. Per il settore del packaging, però, l’eliminazione di queste sostanze rappresenta un passaggio cruciale, poiché una gran parte degli imballaggi monouso, soprattutto quelli destinati al cibo da asporto, conteneva PFAS per migliorare le proprietà di resistenza ai grassi e all'acqua.

Le alternative alle PFAS, come accennato, stanno emergendo. Molte aziende del settore stanno investendo in ricerca e sviluppo per trovare materiali che non solo siano sicuri, ma che possano anche soddisfare le crescenti richieste di packaging biodegradabile e compostabile. Questa transizione verso imballaggi più sostenibili è cruciale non solo per conformarsi alle normative, ma anche per rispondere alle aspettative di un mercato sempre più attento alla sostenibilità.

Il percorso verso un’industria del packaging libera dalle PFAS è impegnativo, ma necessario. Con l’entrata in vigore della nuova normativa europea, prevista dopo un periodo di transizione che varia tra 18 mesi e 5 anni a seconda dei materiali, si prevede un’accelerazione delle innovazioni tecnologiche nel settore. Le aziende del packaging alimentare dovranno adattarsi rapidamente, ma potranno beneficiare di un vantaggio competitivo offrendo ai consumatori prodotti più sicuri e rispettosi dell’ambiente.

Queste misure rappresentano solo una parte di un piano più ampio dell'UE per regolamentare l'uso di tutto il gruppo di PFAS, una questione che l’ECHA (Agenzia europea delle sostanze chimiche) sta attualmente valutando a seguito di una proposta presentata nel 2023 da cinque Paesi europei. L'obiettivo è un divieto completo, se non per usi considerati indispensabili, in tutti i settori, incluso il packaging.

L'impegno delle aziende e il ruolo del consumatore

L’industria del packaging, in prima linea in questa transizione, ha la responsabilità di cercare soluzioni innovative e sostenibili. Tuttavia, anche i consumatori giocano un ruolo fondamentale: la crescente domanda di prodotti eco-friendly sta incentivando le aziende a investire in materiali più sicuri e meno impattanti. Le scelte dei consumatori, quindi, possono accelerare questo cambiamento verso un packaging che protegga non solo gli alimenti, ma anche l'ambiente.

La battaglia contro le PFAS è solo all’inizio, ma l’industria del packaging ha l’opportunità di trasformare una sfida ambientale in un’opportunità di innovazione, contribuendo così alla salvaguardia del nostro pianeta.

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