Italia, leader nel riciclo dell’alluminio

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L’Italia si conferma al vertice europeo per l’efficienza nel riciclo dell’alluminio, un materiale straordinario, riciclabile al 100% e per un numero infinito di volte.

Tuttavia, questo primato si scontra con un paradosso: la capacità industriale di riciclo del Paese è sottoutilizzata per la carenza di rottami disponibili.

L’export dei rottami: una minaccia per l’economia circolare italiana
A livello europeo, il mercato dell’alluminio riciclato è messo sotto pressione dall’esportazione crescente di rottami verso i Paesi del Far East. Nel 2023, ben 1,4 milioni di tonnellate di materiali sono stati esportati, segnando un aumento del 13% rispetto all’anno precedente. In questi Paesi, il riciclo avviene spesso con standard ambientali inferiori a quelli europei e grazie a sussidi che distorcono il mercato. Questo fenomeno penalizza gravemente il settore italiano, che opera con regole stringenti a tutela dell’ambiente.

Per contrastare questa tendenza, è fondamentale un intervento deciso della politica europea. È necessario introdurre norme che consentano l’esportazione di rottami solo verso nazioni in grado di garantire standard ambientali equivalenti a quelli della UE, evitando così concorrenza sleale e abbattendo il rischio di dumping ambientale. Parallelamente, è urgente modificare il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), che attualmente tassa l’importazione di materiali ad alte emissioni ma non considera i prodotti finiti che li contengono. Questo crea un ulteriore svantaggio competitivo per l’industria del riciclo europea.

I numeri del successo italiano
Nonostante le difficoltà, l’Italia continua a brillare per le performance nel riciclo degli imballaggi in alluminio. Negli ultimi cinque anni, il Paese ha raggiunto un tasso medio di riciclo del 70%, superando gli obiettivi europei fissati per il 2030 e collocandosi al primo posto in Europa, con un margine di 10 punti percentuali sopra la media del 59%.

Il dato diventa ancora più straordinario considerando le lattine per bevande: nel 2023, il tasso di riciclo ha toccato il 93,8%, ben al di sopra della media europea del 76%. Questi risultati mettono in evidenza l’efficienza del sistema italiano, che compete alla pari con i modelli basati sul deposito cauzionale.

Innovazione e sostenibilità nella filiera del packaging
L’Italia non si distingue solo per il riciclo, ma anche per la prevenzione e l’innovazione nella filiera dell’alluminio. Uno studio condotto da CIAL (Consorzio Imballaggi Alluminio) ha evidenziato come le aziende abbiano ridotto progressivamente l’uso di materiale dal 2000, risparmiando ogni anno circa 5.350 tonnellate di alluminio. Questo sforzo ha portato, nel complesso, a un risparmio di 107.000 tonnellate di materiale e a una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 936.000 tonnellate.

Tali risultati sono stati possibili grazie a miglioramenti nei processi produttivi e a una progettazione più attenta del packaging, orientata a massimizzare il riciclo. Il risultato? Un sistema industriale sempre più orientato alla sostenibilità, che utilizza esclusivamente alluminio riciclato, contribuendo in modo significativo alla decarbonizzazione e all’efficienza energetica. Basti pensare che il riciclo dell’alluminio richiede solo il 5% dell’energia necessaria per produrlo da materia prima.

L’impatto ambientale del riciclo dell’alluminio
A livello europeo, l’espansione del riciclo dell’alluminio rappresenta una leva cruciale per la riduzione delle emissioni di CO2. Secondo le stime, potrebbe portare a un taglio delle emissioni del 46% annuo entro il 2050. Per l’Italia, Paese che già basa la sua produzione esclusivamente sul riciclo, questo significa consolidare un modello virtuoso e competitivo, capace di coniugare sostenibilità e innovazione.

Una sfida per il futuro
L’Italia ha dimostrato di essere un leader nel riciclo dell’alluminio, ma per mantenere questa posizione e valorizzare pienamente le potenzialità del settore, è indispensabile un cambio di passo a livello europeo. Regolamentare le esportazioni, garantire una concorrenza leale e rafforzare i meccanismi di tutela del mercato interno saranno passi decisivi per assicurare un futuro sostenibile e competitivo per l’intero comparto.

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